Abrams, « Per lo più noi riconosciamo alla sola voce, anche senza vederle, le persone da noi conosciute, per molteplici che siano le nostre conoscenze, per minima che sia la diversità di tale o tal altra voce da un’altra; per pochissimo che noi abbiamo praticata quella tal persona, o praticatala pure una sola volta » (. Scrive Leopardi il 30 giugno del 1823 : In ciascun punto della vita, anche nell’atto del maggior piacere, anche nei sogni, l’uomo o il vivente è in istato di desiderio, e quindi non v’ha un solo momento nella vita (eccetto quelli di totale assopimento e sospensione dell’esercizio de’ sensi e di quello del pensiero, da qualunque cagione esso venga) nel quale l’individuo non stia in istato di pena, tanto maggiore quanto egli o per età, o per carattere e natura, o per circostanze mediate o immediate, o abitualmente o attualmente, è in istato di maggior sensibilità ed esercizio della vita, e viceversa.27. Come annota il padre in un registro familiare memoria dei principali eventi della famiglia attraverso i secoli: “A dì 29 giugno 1798. 29           moti per l’ossa mi serpeano, oh come, 30           mille nell’alma instabili, confusi, 31           pensieri si volgean! Che gli occhi al suol tuttora intenti e fissi Io mirava colei ch'a questo core Primiera il varco ed innocente aprissi. URL : http://journals.openedition.org/italies/2587 ; DOI : https://doi.org/10.4000/italies.2587. nella sua riflessione filosofica e nella sua produzione poetica: la condanna Qui alberga il pessimismo profondo La canzone "Il primo amore" occupa una posizione cruciale nel sistema dei Canti. Studi sulla poesia di Foscolo e Leopardi, Napoli, Liguori, 1999, pp. 25           Oh come viva in mezzo alle tenebre, 26           sorgea la dolce imago, e gli occhi chiusi. 85           E l’occhio a terra chino o in se raccolto, 86           di riscontrarsi fuggitivo e vago. Questa risoluzione rappresenta la seduzione infinita dell’esperienza amorosa ma, contemporaneamente, ne segna il carattere disperato e inquietante : Solo il mio cor piaceami, e col mio core,In un perenne ragionar sepolto,Alla guardia seder del mio dolore. sotto lo stesso tetto o lo ha abbandonato da poco, eppure Leopardi non si Leopardi, quasi ventenne, e vive il suo primo amore. Caduti tutti gli idoli estranei alla sfera dell’immaginazione, resta solo il colloquio con il proprio cuore, con i fantasmi e con le fantasie che da esso nascono. La soppressione del termine « elegia » è ancora più significativa se pensata sullo sfondo delle classificazioni che aveva operato Schiller, distinguendo l’unità della poesia sentimentale nella triplice variabile dell’elegia, della satira e dell’idillio. Poesia Il primo amore di Giacomo Leopardi: Tornami a mente il dì che la battaglia D'amor sentii la prima volta, e dissi Représentations de l’anti-Risorgimento de 1815 à nos jours, Les mouvements migratoires entre réalité et représentation, Poeti d'oggi/Poètes italiens d'aujourd'hui, Variation autour des idées de patrie, Etat, nation, Italie et Etats-Unis - Interférences culturelles, Voyager à la découverte de l'identité et/ou de l'altérité, Portail de ressources électroniques en sciences humaines et sociales, « Quell’altro mondo che era il mondo ». Essi reintroducono alle sensazioni che vengono dall’esterno e le annotano puntigliosamente, come segni della cronaca che sta scompigliando il soliloquio dell’anima. Ciò che permane, quando la fonte dell’innamoramento si allontana, è un’aspirazione di bellezza che non coincide con nessuna forma empirica. 99           ch’arsi di foco intaminato e puro. 4             Che gli occhi al suol tuttora intenti e fissi, 5             io mirava colei ch’a questo core. Tornami a mente il dì che la battaglia d'amor sentii la prima volta, e dissi: Oimè, se quest'è amor, com'ei travaglia! 81           Deh quanto, in verità, vani siam nui! D’altra parte, una tale immagine, proprio perché tenuta disgiunta da ogni materia, esprime una potenza che non si tradurrà mai in atto : un modello che eccede ogni copia, e, dunque, sempre al di là del raggiungimento. critica di G. Pacella, Milano, Garzanti, 1991, p. 53. L’ordinamento che egli privilegia prevede al centro del canzoniere, dopo il « romanzo ideologico »2 delle canzoni civili, l’esperienza degli idilli, valutata sempre più, nella stessa autocoscienza teorica di Leopardi, come un momento cruciale e rivoluzionario3. Giacomo Leopardi è il primo degli scrittori moderni; forse l'autore più amato in assoluto, soprattutto dai ragazzi: è il poeta del dubbio, dell’adolescenza e dell’infinito, inteso come il piacere di naufragare nel mare della propria interiorità. L’oblio della memoria. M. de las Nieves Muñiz Muñiz ritiene, a sua volta, che «, justifica [...] plenamente su presencia en los. 37           Il cuocer non piú tosto io mi sentia, 38           della vampa d’amor, che il venticello. I genitori erano cugini fra di loro. L’episodio specifico, cui egli rivolge la sua attenzione, è figura di una legge che resterà invariabile. 74           nel petto, cui scaldar tanto solea. esserle detto nei termini contraddittori in cui è vissuto: verso la persona Questo è il periodo per Leopardi dell’ incontro con la grande verità e con le prime iniziazioni (all’amicizia e soprattutto all’amore). Abrams, Lo specchio e la lampada, Bologna, Il Mulino, 1976. lei m’appago. L’amore per Leopardi non coincide mai perfettamente con una singola donna. 76-84). Qui l’esperienza è contestuale alla 32           d’antica selva zefiro scorrendo. L’oblio della memoria. « [...] io duro come ne’ giorni innanzi, parendomi che il solo mio vero passatempo sia lo scrivere queste righe » (. 83           in un perenne ragionar sepolto. Il primo amore è anche il titolo di una poesia giovanile di Leopardi, poi inserita nella versione definitiva dei Canti. 13-24 : allocuzione al cuore, sede dell’angoscia generata dal pensiero d’amore ;vv. #leopardi #poesia leopardi #giacomo leopardi #poesia #il primo amore #amore #dolore #dolce affetto. Tuttavia, all’opposto, il «foco» d’amore è anche «foco intaminato e puro », che «spira» nel pensiero grazie a quella trasfigurata «bella imago». La descrizione di questi « moti cari e dolorosi »17 costituisce il vero tema dell’operetta. Datazione : composto a Recanati dal 14 al 16 dicembre. l’orecchio avido e l’occhio indarno aperto. riflessione razionale, che però non cancella, ma anzi esalta, la passione Se felicità e infelicità possono coesistere nel cuore, l’io che ne registra gli spasimi ambivalenti conosce solo la stanchezza della lotta sostenuta. Costituisce, infatti, il componimento di transizione verso la poesia degli Idilli, che avra’ al centro il soggetto e la storia "sentimentale" dei suoi pensieri. Altre volte Leopardi parla di amori giovanili (A Silvia, Il sogno), ma si tratta di amore che bella imago, 102         da cui, se non celeste, Sul rapporto che unisce e divide i due testi cfr. 15           presso al qual t’era noia ogni contento? Scrisse in questa occasione il "Diario del primo amore" e l' "Elegia I" che verrà in seguito inclusa nei "Canti" con il titolo "Il primo amore". L’intera composizione lo assume, così, come punto di riferimento e di drammatizzazione. 90           come all’aure si turba onda di lago. felice e miserando”). Scritte fra il 14 dicembre 1817 e il 2 gennaio 1818, queste pagine di diario raccontano l’innamoramento del poeta per “una Signora Pesarese”, Gertrude Cassi, cugina di Monaldo padre di Giacomo Leopardi. Da solo nella propria camera – o sull’ermo 1-3 : esposizione dell’argomento: ricordo della prima « battaglia d’amor » ;vv. 4821  Leopardi riprende in più luoghi l’impossibilità di avvicinarsi alle cose realmente esistenti e sottolinea il fastidio per ogni forma che non sia quella immaginata : « Il quale [il cuore] tenerissimo, teneramente e subitamente si apre,ma solo solissimo per quel suo oggetto, chè per qualunque altro questi pensieri m’hanno fatto e della mente e degli occhi oltremodo schivo e modestissimo, tanto ch’io non soffro di fissare lo sguardo nel viso sia deforme (che se più o manco m’annoi, non lo so ben discernere) o sia bello a chicchessia, nè in figure o cose tali ; parendomi che quella vista contamini la purità di quei pensieri e di quella idea ed immagine spirante e visibilissima che ho nella mente » (Diario, p. 12). Giacomo Leopardi nacque nel 1798 a Recanati, nello Stato pontificio (oggi in provincia di Macerata, nelle Marche), da una delle più nobili famiglie del paese, primo di dieci figli. 20La trama del componimento non si arresta, tuttavia, su questa attività solitaria della mente. Sono le note parole di Leopardi, pubblicate nel « Nuovo Ricoglitore » di Milano nel settembre del 1825, a proposito delle dieci canzoni stampate a Bologna nel 1824 (cfr. I canti fiorentini di Leopardi, ossia le poesie Il pensiero dominante, Amore e morte e A se stesso, furono composti durante il soggiorno del poeta a Firenze fra il 1831 e il 1833. Come scriverà rivolgendosi alla « donna che non c’è » in Alla sua donna. E l’occhio a terra chino o in se raccolto. Il primo amore. 49           Quante volte plebea voce percosse. 97           Al cielo, a voi, gentili anime, io giuro. 98           che voglia non m’entrò bassa nel petto. L’incontro con la cugina Gertrude Cassi-Lazzari, l’evento biografico che è il dato da cui muove la poesia, diventa, così, l’oggetto di una riflessione indispensabile, che sottrae dal fatto ogni parvenza di cronaca e lo trasforma in un’avventura esistenziale. Il primo amore Giacomo Leopardi. Questo fantasma è il protagonista della canzone leopardiana. L’adozione della terzina, unica nella tessitura dei Canti, è testimonianza del deciso connettersi a una tradizione (quella appunto del sogno/visione, che ha naturalmente in Dante, in Petrarca e nel più vicino Monti sicuri punti di riferimento24), di cui riprende le formule sostanziali. 60           ch’altro sarà, dicea, che il cor mi tocchi? Il più immediato richiamo è quello che si fissa con il componimento che lo precede immediatamente e che è Ultimo canto di Saffo12. Svanita la causa del diletto, sopravvive l’« amarissima » ricordanza, che pesa sul cuore e che lo attraversa a ogni voce o immaginea : sostituti ingannevoli di qualcosa che si è perduto e che alludono a questo bene, senza replicarne l’identità. 41           e i destrier che dovean farmi deserto. Anche per questo sarà l’ultima a morire nella sua poetica. 10Se si volesse dividere in parti la struttura del componimento, si potrebbe delineare questo sviluppo :vv. Proprio l’io è l’elemento che patisce la violenza e ne dice il trauma (sentii e dissi). Canti (Leopardi - Donati)/X. ... 23 marzo 2012 alle ore 18:10. , a cura di F. Gavazzeni e M.M. Proprio nella definizione del Primo amore l’Io acquista una centralità nuova, marcata in modo esplicito dalla ricorrenza impressionante e inedita della parola « cor » : mai usata prima, nel lessico dell’opera, con la medesima frequenza e inflessione6, e pari solo all’uso che Leopardi ne farà anni dopo nel Consalvo, o in un altro nevralgico componimento di passaggio come Il risorgimento7. Anche da questo punto di vista il Primo amore guarda ai componimenti successivi. La forza e il valore di quanto si racconta derivano proprio dall’essere esperienza della « prima volta »: la primavoltità è il valore, avrebbe avvertito anni dopo Bazlen25. 16Nella rappresentazione di un’inquietudine così precisamente delineata il « cuore » diventa naturalmente il soggetto principale. ... è il lato autobiografico perché possa annullarsi o risolversi nella memoria fantastica e quindi nel ritmo della poesia. Le immagini si affollano come « per febre », in un sonno diventato « rotto » e « deliro ». e di me si spendea la miglior parte, 4922  « [...] io duro come ne’ giorni innanzi, parendomi che il solo mio vero passatempo sia lo scrivere queste righe » (Ibidem, p. 19). Si rinvia, per una verifica puntuale, ai commenti già citati di De Robertis, di Gavazzeni e della Muñiz Muñiz. Mentre, dunque, sigilla e archivia il ciclo delle canzoni, introduce, nella sequenza stessa dei componimenti, alla via degli idilli. Il corpo materiale è sostituito dal profilo di un fantasma, che attraversa gli spazi come un’allucinazione, suscitando « instabili, confusi // pensieri » : pensieri mescolati, mutevoli, inafferrabili, resi più spezzati dall’enjambement che separa l’aggettivo dal nome. Volendo venire a concetti più precisi, Dante e Petrarca hanno proposto due modelli diversi alla poesia italiana. Per questo motivo Amore e morte segna il momento più drammatico e di maggiore tensione nel rapporto tra Leopardi e il sentimento amoroso, rapporto segnato, appunto, dalla passione del poeta per Fanny. 52. 4013  Sul rapporto che unisce e divide i due testi cfr. queta il silenzio, o il verdeggiar del prato. C’è il modello della parola materica e mimetica, e il … alle tenebre / sorgea la dolce imago ...”). Ogni suo soggetto usitato appartiene di sua natura alla lirica; come i subbietti lugubri, che furono spessissimo trattati dai greci lirici, massime antichi, in versi lirici, nei componimenti al tutto lirici, detti, , i quali furon quelli di Simonide, assai celebrato in tal maniera di componimenti, e quelli di Pindaro: forse anche. Calvino, l’écriture, le dessin, l’image, L’envers du Risorgimento. 87           né in leggiadro soffria né in turpe volto: 88           che la illibata, la candida imago. 78           vano ogni altro desir creduto avea. Giacomo Leopardi - Poesia by ilCarta. 2             d’amor sentii la prima volta, e dissi: 3             oimè, se quest’è amor, com’ei travaglia! Giacomo Leopardi in archivio dal 28 mag 2001. 18I moti accelerati del cuore sono la misura che regola il tempo interiore del soggetto. Una poesia sulla distanza. 14L’atto del « mirare » genera il problema su cui il canto ruota e che coinvolge le proprietà dell’innamoramento: stato per eccellenza perturbante, mescolanza di « dolce affetto » con « tanto desio » e « tanto dolore ». 29 giugno 1798, Recanati. 13Dal verso 4 comincia l’esposizione analitica di quell’espe-rienza : Che gli occhi al suol tuttora intenti e fissiIo mirava colei ch’a questo corePrimiera il varco ed innocente aprissi. cit., pp. Il primo amore. Inevitabilmente, l’impotenza a trattenere ciò che è solo pura visione genera l’assillo di un possesso instabile, scisso dalle apparenze del mondo reale. amata l’amore è assoluto, totale, incondizionato, è il naufragio nell’infinito; lei m’appago. 16           Quel pensier che nel dí, che lusinghiero, 17           ti si offeriva nella notte, quando. 5124  Si rinvia, per una verifica puntuale, ai commenti già citati di De Robertis, di Gavazzeni e della Muñiz Muñiz. 1             Tornami a mente il dí che la battaglia. 5225  R. Bazlen, Note senza testo, Milano, Adelphi, 1970, p. 115. Identificandosi con un’astrazione, essa resta puro oggetto di contemplazione: mai un possesso definitivo e compiuto. , edizione bilingue e commento a cura di M. de las Nieves Muñiz Muñiz, Madrid, Càtedra 1998, p. 206). , come quelle che di Saffo ricorda Suida » (G.L., Sul confronto tra i due testi scrive M. de las Nieves Muñiz Muñiz (, , p. 205) : « Si bien desde el título mismo, alusivo a una íntima experiencia autobiográfica del poeta, se marca la fractura entre este ‘primer’ canto de amor y el ‘ùltimo’ canto dirigido a la naturaleza por la antigua Safo, el salto queda hábilmente atenuado por la común temática (la desdicha amorosa en un sujeto ‘nacido para el llanto’) y el recurso en ambos casos a la primera persona. ... ove il tempo mio primo. X – Il primo amore Giacomo Leopardi. 45           l’orecchio avido e l’occhio indarno aperto, 46           la voce ad ascoltar, se ne dovea. 4Il fantasma della donna, o, più precisamente, la donna che diventa fantasma, sogno, realtà separata e impalpabile della mente, è, in definitiva, anche l’argomento del Primo amore. 76-84). 3811  « L’elegiaco è nome di metro. Poesia Giacomo Leopardi - Il lavoro del pastore Sopra l'erbetta tenera sta un pastorello assiso, Poesia Giacomo Leopardi - Il lavoro del pastore - Poesie Primo maggio - Poesie.reportonline.it Invia una Poesia Follow. 8             Perché seco dovea sí dolce affetto. Che gli occhi al suol tuttora intenti e fissi, che angoscia era la tua fra quel pensiero, gli occhi al sonno chiudea, come per febre, sorgea la dolce imago, e gli occhi chiusi. È un « pensier » nuovo quello di cui si parla, la cui invadenza nel circolo ininterrotto dei giorni e delle notti è sottolineata dalla ripetizione del verso 16 : Quel pensier che nel dì, che lusinghieroTi si offeriva nella notte, quandoTutto queto parea nell’emisfero:Tu inquieto, e felice, e miserando,M’affaticavi in su le piume il fianco,Ad ogni or fortemente palpitando. dopo L’ultimo canto di Saffo, scritta nel l822, e prima del Passero solitario, 51           e il core in forse a palpitar si mosse! Il rinvio è allo studio, ormai classico, di M.H. Esso costituisce l’anello di passaggio4 tra due modi, quello appunto politico-patriottico e quello più direttamente idillico. Il lemma compare, senza richiami diretti alla sensibilità soggettiva messa in gioco nel. Questa collocazione sottolinea come Leopardi riconosca in Maggiori informazioni sull'abbonamento a Scribd. La condizione in cui quello vive è scandita da una triplicatio (Tu inquieto, e felice, e miserando), cui si contrappone, in antitesi, una nuova triplicatio, che ha per riferimento l’altra dramatis persona (io tristo ed affannato e stanco). Che gli occhi al suol … Continua a leggere → Leopardi, Diario del primo amore. Solo di questo piacere tutto interiore, consegnato alla custodia dell’immaginazione, Leopardi può appagarsi. La presenza stessa del desiderio, sinonimo, come si è visto, di « pena », è, perciò, ragione insopprimibile di sofferenza, ed è incancellabile, giacché congiunta a ogni momento dell’esistenza. 24D’altra parte, una tale immagine, proprio perché tenuta disgiunta da ogni materia, esprime una potenza che non si tradurrà mai in atto : un modello che eccede ogni copia, e, dunque, sempre al di là del raggiungimento. 303  D. De Robertis afferma decisamente che « gli Idilli sono il punto di crisi dei Canti » (op. Lombardi, Milano, Rizzoli, 1998, pp. 79           Deh come mai da me sí vario fui. L’« orecchio avido » e l’« occhio indarno aperto » diventano, così, gli attori dominanti di questo rinnovato scenario. Giacomo Leopardi (Recanati, 1798 – Napoli, 1837) ha posto molto spesso come tematica centrale della sua poesia l’ amore. Per il poeta recanatese, infatti, l’amore è la più potente delle speranze (o illusioni) dell’animo umano. La lirica, d’altra parte, è per Leopardi proprio questo: il canto di dolore del soggetto, che trasforma ed esprime la propria sofferenza in parola. 13           Dimmi, tenero core, or che spavento, 14           che angoscia era la tua fra quel pensiero. Mentre conclude una fase, segnata dalle canzoni civili e dal progressivo spostamento dello sguardo su eroi sconfitti della classicità o sui loro « disperati affetti » (Bruto e Saffo), annuncia contemporaneamente, nella sua definitiva collocazione, la centralità che il soggetto acquista, con sempre maggiore necessità, nello svolgimento della poesia leopardiana. qual tra le chiomeD’antica selva zefiro scorrendo,Un lungo, incerto mormorar ne prome. 4 Che gli occhi al suol tuttora intenti e fissi, 5 io mirava colei ch’a questo core 6 primiera il […] d’amore. cit., p. XXXII). Il soggetto, ritornato alla veglia, osserva quanto si sta muovendo attorno a lui, teso a custodire, di quell’oggetto che si sta allontanando almeno la « voce », parola-simbolo ripresa ripetutamente, come la reliquia superstite di un bene fuggito : Ver lo balcone al buio protendeaL’orecchio avido e l’occhio indarno apertoLa voce ad ascoltar, se ne doveaDi quelle labbra uscir, ch’ultima fosse;La voce, ch’altro il ciel, ahi, mi togliea. soprattutto D. De Robertis (, , a cura di G. e D. De Robertis, Milano, Mondadori, 1978, pp. Ogni suo soggetto usitato appartiene di sua natura alla lirica; come i subbietti lugubri, che furono spessissimo trattati dai greci lirici, massime antichi, in versi lirici, nei componimenti al tutto lirici, detti thrênoi, i quali furon quelli di Simonide, assai celebrato in tal maniera di componimenti, e quelli di Pindaro: forse anche monodíai, come quelle che di Saffo ricorda Suida » (G.L., Zibaldone, cit., p. 4236). poesia che scrive all’interno di quella esperienza è cronologicamente la prima Salvatore Galeone 15 Dicembre 2020. 11. La donna conosciuta e ammirata è diventata unicamente « idea » e « immagine », « spirante e visibilissima », ma « che ho nella mente », e la cui purità può essere solo contaminata dalla vista delle cose reali21. Nel caso del Diario, registrando le fasi e lo svolgersi della propria complicata iniziazione, il poeta affida a questo lento e implacabile lavoro di autoanalisi il compito di illuminare il processo che si è avviato e in cui egli si muove, contemporaneamente, da vittima e da spettatore. Il primo amore ( G. Leopardi) Datazione : composto a Recanati dal 14 al 16 dicembre. 4-12 : indicazione della natura ancipite dell’amore, « diletto » « pien di travaglio e di lamento » ;vv. 94. Il tema del canto è, dunque, la ricostruzione di un avvenimento rivissuto nel ricordo (Tornami a mente) ; esso ripete e rinnova la prima volta di un soggetto di fronte al mistero di un sentimento ambiguo, che produce stati diversi e che si fissa nell’immagine di un corpo-fantasma: quello della donna desiderata, che rivive attraverso pezzi della sua identità (la voce, l’immagine « pinta » nel cuore). 96           suo morso in questo cor già non oprava. cit., p. 22) scrive che Il Primo amore « è adibita a fare da cuscinetto » « tra le esperienze omogenee e in sé concluse della stagione delle canzoni e quella degli idilli ». 47           di quelle labbra uscir, ch’ultima fosse; 48           la voce, ch’altro il cielo, ahi, mi togliea. Italies - Littérature Civilisation Société est mis à disposition selon les termes de la licence Creative Commons Attribution - Pas d'Utilisation Commerciale - Pas de Modification 4.0 International. Cara beltà che amore Lunge m’inspiri o nascondendo il viso, Fuor se nel sonno il core Ombra diva mi scuoti, O ne’ campi ove splenda Più vago il giorno e di natura il riso; Forse tu l’innocente Secol beasti che dall’oro ha nome, … Inevitabile e quasi automatica è la relazione tra quello che si leva come l’« ultimo canto » della poetessa greca e ciò che si presenta, invece, come la prima traccia della propria nascente identità. 14 giugno 1837, Napoli. XXIII-XLII) e F. Gavazzeni (L’unità dei Canti: varianti e strutture, introduzione a G.L, Canti, a cura di F. Gavazzeni e M.M. Informazioni sulla fonte del testo IX. M. de las Nieves Muñiz Muñiz ritiene, a sua volta, che « Il primo amore justifica [...] plenamente su presencia en los Cantos como crucial eslabón del libro » (G.L., Canti, edizione bilingue e commento a cura di M. de las Nieves Muñiz Muñiz, Madrid, Càtedra 1998, p. 206). ventenne sperimenta la dimensione filosofica della poesia: questi versi Il primo amore agisce, così, da prologo a una sceneggiatura che sta mutando e, idealmente, collabora a stabilire un nesso inseparabile con il successivo canto XVIII, Alla sua Donna : proprio il canto che, nell’edizione delle Canzoni del 1824, occupava quel decimo e ultimo posto destinato, nell’assetto finale dei Canti, al Primo amore. 18           tutto queto parea nell’emisfero: 19           tu inquieto, e felice e miserando. 36           quella per che penando ivi e battendo? « Il sonno stesso non è piacevole se non in quanto è torpore, dimenticanza, riposo dai desideri, dai timori, dalle speranze, e dalle passioni di ogni sorta » (. L’opera "Il primo amore", che è una canzone, occupa una posizione cruciale nel sistema dei Canti.Costituisce, infatti, il componimento di transizione verso la poesia degli Idilli, che avra’ al centro il soggetto e la storia "sentimentale" dei suoi pensieri. G. Leopardi, Il primo amore (l9l8) 1 Tornami a mente il dí che la battaglia 2 d’amor sentii la prima volta, e dissi: 3 oimè, se quest’è amor, com’ei travaglia! Un emisfero di emozioni sconosciute si spalanca improvvisamente, e lo spazio interno del cuore si trasforma in un abisso ignoto, alla cui vita misteriosa si può alludere con la forza di similitudini illuminanti30, evocative di un fondo oscuro della coscienza : Mille nell’alma instabili, confusiPensier si volgean ! , a cura di C. Galimberti, Napoli, Guida, 1988, p. 219. 22           E dove io tristo ed affannato e stanco, 23           gli occhi al sonno chiudea, come per febre. Nella poesia Odisseo a Telemaco del 1972 di Iosif Brodskij abbiamo il primo esempio di una poesia che abita la distanza inabitabile e inarrivabile. « Sovrana passione », e, altrove, « l’impero della bellezza ». AccueilNuméros3Il primo amore di Giacomo Leopard... La canzone "Il primo amore" occupa una posizione cruciale nel sistema dei Canti. L’inquietudine che egli prova si trasforma in ansia senza centro : « desiderio – chiarisce il poeta – non sapeva né so di che, né anche fra le cose possibili vedo niente che mi possa appagare »20. Poesia di Giacomo Leopardi - Il primo amore Tornami a mente il dì che la battaglia D'amor sentii la prima volta, e dissi: Oimè, se quest'è amor, com'ei travaglia! 15 notes. Una poesia sulla distanza. Il canto della scoperta e, insieme, della perdita dell’oggetto desiderato introduce a una dialettica destinata a diventare permanente e a imporsi come una di quelle leggi definitive, idonee a fondare « la scienza dell’animo umano » : una « scienza » che, per poter diventare vigente, deve saper rapportare « gl’infiniti fenomeni che sembrano anomalie [...] a principi universali o poco lontani da essi »5. Italies - Littérature Civilisation Société, La plume et le crayon. E mentre io taccio, e mentre io non contendo. alla solitudine, unica dimensione in cui l’illusione può prendere corpo e Anzi, « come all’aure si turba onda di lago », così l’interferenza delle cose vive può solo contaminare e offuscare la vista limpida che di essa e della sua bellezza si ha. Tornami a mente il dì che la battaglia D’amor sentii la prima volta, e dissi: Oimè, se quest’è amor, com’ei travaglia! L. Blasucci. 101         spira nel pensier mio la Attraverso questo gioco di rimandi e di sostituzioni, tra i due componimenti si stende un filo comune, che li serra l’uno all’altro e che sembra contenere, in un interrotto rapporto, anche tutti gli altri testi che tra loro si collocano. 76           Né gli occhi ai noti studi io rivolgea, 77           e quelli m’apparian vani per cui. G.L.. , a cura di W. Binni ed E. Ghidetti, I vol., Firenze, Sansoni, 1993, p. 57). Luigi Blasucci ha colto perfettamente il significato di questo spostamento, motivato dal « passaggio dei testi nel libro dei Canti, nella cui dicitura comprensiva si dissolsero le singole etichette di ‘genere’ »10. Quasi a conclusione della prima pagina, segnata « La Domenica 14 di Decembre 1817 », egli annota : « E veggo bene che l’amore dev’esser cosa amarissima, e che io purtroppo (dico dell’amor tenero e sentimentale) ne sarò sempre schiavo »18. 34           E mentre io taccio, e mentre io non contendo, 35           che dicevi, o mio cor, che si partia. Leopardi riprende in più luoghi l’impossibilità di avvicinarsi alle cose realmente esistenti e sottolinea il fastidio per ogni forma che non sia quella immaginata : « Il quale [il cuore] tenerissimo, teneramente e subitamente si apre,ma solo solissimo per quel suo oggetto, chè per qualunque altro questi pensieri m’hanno fatto e della mente e degli occhi oltremodo schivo e modestissimo, tanto ch’io non soffro di fissare lo sguardo nel viso sia deforme (che se più o manco m’annoi, non lo so ben discernere) o sia bello a chicchessia, nè in figure o cose tali ; parendomi che quella vista contamini la purità di quei pensieri e di quella idea ed immagine spirante e visibilissima che ho nella mente » (. Nelle « tenebre » irrompe « la dolce imago », contemplata con lo sguardo della mente, oltre la barriera degli « occhi chiusi » del corpo. Infine è la donna che non si trova »8. soprattutto D. De Robertis (Il sistema della poesia, in G.L., Canti, a cura di G. e D. De Robertis, Milano, Mondadori, 1978, pp. dell’illusione non ammette altro che la “vita solitaria”: “Solo il mio cor 3Dopo averlo composto, nelle linee essenziali, tra il 14 e il 16 dicembre 1817, Leopardi sceglie, perciò, secondo tale strategia, di posporre Ilprimo amore a testi nati successivamente e di assegnarlo in una zona di raccordo. 57           strinsi il cor con la mano, e sospirai. Sulla base di questa successione di temi, che implica anche una transizione da una prospettiva poetica a un’altra, l’autore articola l’intera macchina dell’opera, distribuendo accortamente la sede di ciascun componimento e il ruolo che a questo compete nell’impianto generale. 27Demolita questa suprema illusione, sopravviverà solo l’infinita vanità del tutto. Non vi mancano tuttavia similitudini ed immagini pregevoli. 12I versi 1-3 evocano i protagonisti che compongono la sceneggiatura dell’intero canto : il ricordo/ la prima volta /l’io, soggetto lirico ed esistenziale dell’avventura. 74-79), Altre volte Leopardi parla di amori giovanili (. 34-60 : descrizione della partenza della donna ;vv. 70           Quando in ispregio ogni piacer, né grato, 71           m’era degli astri il riso, o dell’aurora. L’operazione è in parte coincidente e in parte diversa da quella che Leopardi aveva compiuto nel Diario del primo amore13, il testo che registra, appunto secondo il principio di un journal interiore,l’evoluzione di un sentimento appena scopertoe il viluppo dei conflitti che da esso dipendono. Il Primo amore, come si diceva, resta per molti aspetti, e almeno nella genesi, vicino al Diario, di cui riprende la medesima occasione biografica.