Il suo sogno uguale a quello di molti suoi coetanei: diventare cavaliere. Secondo questo testo, il frate di Assisi, interrogato dal Sultano, chiede di poter parlare con lui, anche alla presenza dei suoi dottori, per dimostrar la verità della fede cristiana e la falsità della loro. Non lo sappiamo con certezza. Ma il sultano gli rispose: “Non credo che qualcuno dei miei sacerdoti abbia voglia di esporsi al fuoco o di affrontare la tortura per difendere la sua fede”, e Bonaventura a questo punto soggiunge che il sultano infatti “si era visto…scomparire immediatamente sotto gli occhi, uno dei suoi sacerdoti, famoso e d’età avanzata, appena udite le parole della sfida”. In un secondo momento può arrivare l’evangelizzazione vera e propria, ma solo «quando piace al Signore». Il mite re Giovanni di Brienne vuole accettare l’accordo. +39 02 26600431, L'incontro fra San Francesco e il Sultano [Fra Angelico via WikiArt]. Grazie! Questi “lo ascoltò volentieri e lo pregava vivamente di restare presso di lui”, ma esitò ad accettare l’invito a convertirsi con tutto il suo popolo. Per questa ragione e visto il carattere umile del Santo, molti storici hanno rifiutato la veridicità di questa offerta. Però nessuno di essi volle entrare con lui ma tutti fuggirono subito dalla presenza del Santo e del Sultano. Qual è la posizione di Francesco sulle crociate e la guerra? [7] Jacques de Vitry, Historia de Jerusalem, in Giulio Basetti-Sani, L’Islam e Francesco D’Assisi, p. 159. Jeusset Gwenolé, San Francesco e l'Islam, Terra Santa 2009. Il primo compito è quello della testimonianza della vita, più importante delle parole, come ribadisce in diversi scritti: «E tutti i frati si guardino dal calunniare alcuno, e evitino le dispute di parole», scrive al capitolo XIX della stessa Regola. Anche in questa versione, Francesco rifiuta, affermando di essere disposto a rimanere solo nel caso di una conversione di al-Kāmil al cristianesimo. Francesco e il sultano. Francesco Io non potrò che prostrarmi con rispetto e ascoltare ogni volta che verrà pronunciato il nome di Dio. Volere la pace, promuovere la pace, essere strumenti di pace: siamo qui per questo[16]. Una fonte araba confermerebbe infine la presenza di un monaco cristiano presso la corte di al-Kāmil: è l’epigrafe di Fakhr ad-Din al-Fārisī, direttore spirituale del Sultano. Le rencontre de François d’Assise et de l’islam. 800 ANNI FA — mentre era in atto la quinta Crociata che avrebbe portato i crociati in nuovi territori lontani da Gerusalemme e a scontrarsi con il sultanato degli Ayyubidi sul delta del Nilo, presso la città di Damietta — san Francesco d’Assisi intraprendeva un viaggio rivoluzionario quanto pericolo… Sicuramente incontrano diversi re cristiani e il legato apostolico, Pelagio Galvan. Alcuni, come Michetti, hanno postulato un consenso-assenso, secondo cui la mancanza di scritti di Francesco sulla questione e il suo rispetto delle gerarchie indicherebbero una mancanza di critica, se non talvolta un’approvazione della crociata[3]. 94068840274 - email: Per offrirti una migliore esperienza su questo sito utilizziamo cookie tecnici e di profilazione. San Francesco d’Assisi: riassunto della vita e la predicazione del santo patrono d’Italia e fondatore dell’ordine religioso che da lui prese il nome. Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco,
San Francesco di Assisi (1191-1226), con il proprio modo di essere, ha portato la fresca brezza del vangelo nel mondo. [2] Francesco d’Assisi, Regola non bollata, XVI, in Fonti Francescane, n. 40. Il Santo non si è mai espresso a riguardo in modo netto e chiaro. Il racconto prosegue con il Sultano che invita i due frati a restare con lui: Francesco e Illuminato declinano la proposta, così come quella di prendere dell’oro e dell’argento. Una visione particolare, considerato che il sentire dell’epoca vede i musulmani come dei nemici «immondi», come li definì Papa Urbano II nel famoso discorso di Clermont. Malik al-Kāmil, nipote di Saladino e Sultano di Egitto e Palestina, era un uomo di cultura, conosciuto per la sua giustizia e per il suo interesse verso le discussioni scientifiche e religiose. Tra il XIX e il XX secolo, la visione è quella di un’azione civilizzatrice, che incarna a pieno lo spirito di bontà attribuito alle colonizzazioni dell’epoca. Il sultano trova gran piacere ad ascoltare Francesco, quello strano monaco venuto dall’Italia. Francesco e il Sultano. Bolletino della Società internazionale di studi francescani, Fondazione Centro italiano di studi sull'alto medioevo, Spoleto 2012. Brossura ISBN 10: 8806242873 ISBN 13: 9788806242879. Sacro Convento, © 2020 tutti i diritti riservati • Credits. In questi giorni in cui in Italia e in altri Paesi del mondo non è possibile... Piazza San Giorgio, 2
[14] Francesco d’Assisi, Regola non bollata, XVI, in Fonti Francescane, n. 42-44. Siamo nel settembre del 1219. Uno dei più straordinari gesti di pace nella storia del dialogo fra cristianesimo e islam, […] 20/03/2019 Questi altri non sono più solo i cristiani, ma «ogni creatura umana» a cui i frati devono essere soggetti «per amore di Dio». Si tratta di un’espressione attribuita, a partire da S. Bernardo, ai crociati, ma che affonda le sue radici in S. Paolo, con un’accezione tutta spirituale: «Insieme con me prendi anche tu la tua parte di sofferenze, come un buon soldato di Cristo Gesù» (2Tim 2,3). di Redazione Web 04/10/2019. È tra questo momento di lutto e la vittoria finale dei musulmani, nel novembre dello stesso anno, che Francesco va dal Sultano. A Gerusalemme, in questi giorni, si stanno tenendo i lavori del Convegno dedicato agli 800 anni dell’incontro tra il Santo e il Sultano Malek al-Kamel, avvenuto 1219. Il beato Francesco, per testimoniare la fede di Cristo, volle entrare in un gran fuoco con i sacerdoti del Sultano di Babilonia. La versione concorda con quella di Jacques de Vitry, soprattutto per quanto riguarda l’attraversata coraggiosa dei due frati e l’incontro rispettoso con il Sultano. L'enciclopedia online ha intercettato uno degli insopprimibili moti umani, la curiosità, Un piccolo capolavoro davanti alla Chiesa di santo Stefano degli Abissini, Se ne parla nel saggio di Patrizio Bianchi "Nello specchio della scuola", Organo ufficiale di stampa della Basilica di San Francesco d'Assisi
Se non possono rendere la sua anima e quella del suo popolo a Dio, nulla ha più valore. MILANO – Dopo l’attacco terroristico alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001, la scrittrice e giornalista Oriana Fallaci espresse duramente il suo punto di vista in articoli di giornale e libri. La missione profetica per il dialogo, La Nuova Italia, Firenze 1975. È con questo invito a seguire il padrone, invece del servo, che Francesco si trasforma, secondo i suoi confratelli, in autentico e spirituale Miles Christi, soldato di Cristo, cioè colui che ama il nemico, invece di ucciderlo. Allora Francesco gli chiese di far accendere “un fuoco il più grande possibile”, e disse: “Io con i tuoi sacerdoti entrerò nel fuoco e così, almeno, potrai conoscere quale fede, a ragion veduta, si deve ritenere più certa e più santa”. Atti della Giornata di Studio (Firenze, 25 settembre 2010), Studi Francescani, Firenze 2011. È un’interpretazione contestata, ma che ben si sposa con le posizioni del Santo sulla fraternità, l’amore al nemico e il rapporto con i musulmani. Per maggiori informazioni visita il nostro sito Informativa sulla Privacy. Con sicurezza, sappiamo solo che il Sultano d’Egitto accolse il poverello d’Assisi e lo rilasciò incolume, fatto di per sé strabiliante visto il periodo di forte tensione tra musulmani e cristiani. 800 anni da un incredibile incontro è un libro di Enzo Fortunato , Piero Damosso pubblicato da San Paolo Edizioni nella collana I Papi del terzo millennio: acquista su IBS a 16.00€! [10] S. Bonaventura, Leggenda Maggiore, c. IX, n. 8, in Fonti Francescane, n. 174. E cosa dice oggi a noi quel famoso evento? Un racconto confermato da San Bonaventura, il quale al contempo, come l’Ernoul e riportando le parole di fra’ Illuminato, descrive un Sultano talmente colpito dal Santo da chiedergli di restare presso la sua corte. Inoltre, tutte le principali fonti dell’epoca sono concordi nel presentare lo spirito di coraggio che animava Francesco e la saggezza che caratterizzava il Sultano. Il rifiuto dei dottori è categorico[8]. Alla radice dell’incolmabile distanza tra questi due mondi vi è poi sempre il denaro, perché mentre Francesco è pronto a dare la vita, il sultano non offre che “molti doni preziosi”. La destinazione finale è il centro dei combattimenti, Damietta, la città sul delta del Nilo considerata dai crociati la chiave per raggiungere il Cairo e andare al cuore dell’esercito musulmano, nell’impossibilità di conquistare Gerusalemme. Libanese sciita convertitosi al Cristianesimo e divenuto prete maronita, Afif... Sulle orme di Comboni, l’obbedienza come via per l’incontro. Conquista militare e evangelizzazione andavano, infatti, di pari passo. Un approccio particolarmente presente nel Pontificato dell’attuale Papa Francesco, il quale ha fatto riferimento a quell’incontro e allo spirito d’Assisi in diverse occasioni. Torino – Giovedì 6 giugno all’Arsenale della Pace si è tenuta la tavola rotonda «San Francesco e il Sultano. [5] S. Bonaventura, Leggenda Maggiore, c. IX, n. 7, in Fonti Francescane, n. 1172. Con il passo di un romanzo d'avventura e la precisione di una biografia, Francesco e il Sultano trasforma il tessuto di racconti favolosi che chiamiamo Storia in una vicenda che continua a riguardarci da vicino. Sono intervenuti Alessandro Barbero, docente all’Università del Piemonte orientale, su “San Francesco e il Sultano: fra leggenda e realtà”; mons. [6] Alfonso Marini, “Storia contestata: Francesco d'Assisi e l'Islam”, p. 1-2. La conversione verso Dio». Il 29 agosto del 1219 l’esercito crociato subisce una clamorosa sconfitta: più di sei mila cristiani muoiono in battaglia. La storia del Patrono d’Italia è quella, ordinaria, di un giovane nato da famiglia agiata, destinato a una vita di privilegi. Il sultano e l’imperatore Federico II, nel 1229, stipularono il primo patto di smilitarizzazione pacifica di Gerusalemme che conosciamo, e che resse per tre lustri, fino al 1244. Vogliono solo tornare nel campo cristiano. Al contrario, col declino dell’impero ottomano e il depotenziamento delle armate musulmane, i filosofi illuministi del XVIII secolo, critici verso gli ordini religiosi, presentano Francesco come un fanatico pazzo davanti ad un Sultano saggio. Fortemente presente nella memoria del poverello di Assisi è infatti il comandamento di Cristo ad amare il nemico, tanto da scrivere, al capitolo 22 della regola che, sull’esempio di Cristo che «chiamò amico il suo traditore […], sono, dunque, nostri amici tutti coloro che ingiustamente ci infliggono tribolazioni e angustie, ignominie e ingiurie, dolori e sofferenze, martirio e morte, e li dobbiamo amare molto poiché, a motivo di ciò che essi ci infliggono, abbiamo la vita eterna»[13]. L'incontro di Francesco d'Assisi e l'Islam, Laterza 2009. Il terzo tentativo fu quello buono per l’incontro con Malek al- Kamel. Non possiamo sapere con certezza cosa si dissero S. Francesco e Malik al-Kāmil. Del contenuto dell’incontro parlano alcune fonti cristiane, tra cui quelle francescane e la Cronaca d’Ernoul, datata 1227-1229. Al contrario, Francesco dedica loro un intero capitolo della sua Regola. Sono infatti passati 800 anni da quel 1219, in cui, in piena crociata, in Egitto, un semplice frate di Assisi decise di oltrepassare la frontiera del campo crociato e incontrare il capo della fazione avversa, armato solo del suo saio e della sua fede. [...] Diano a chiunque chiede; e a chi toglie il loro, non lo richiedano»[2]. Nonostante la mancanza di dati certi da parte dei biografi e di testi arabi che descrivano l’incontro, le testimonianze esistenti che ne attestano la storicità sono diverse e provengono da fonti francescane e fonti crociate, come gli scritti del cardinale Jacques de Vitry, presente nel campo di Damietta all’epoca degli avvenimenti. San Francesco e il corno del Sultano Sarebbe un dono fatto dal Sultano al Santo durante la sua visita in Egitto. Il Sultano ascolta il frate e risponde che «l’indomani avrebbe convocato i suoi sapienti, i suoi sufi, per discutere con lui, che aveva detto parole oneste, inattese e accettabili.» Questo allora gli propone di accettare quei doni per offrirli ai poveri e alle chiese, ma Illuminato racconta l’ulteriore rifiuto di Francesco, giustificato dal desiderio di rimanere libero dal denaro[11].