amata lamore è assoluto, totale, incondizionato, è il naufragio nellinfinito;
Proprio l’io è l’elemento che patisce la violenza e ne dice il trauma (sentii e dissi). Italies - Littérature Civilisation Société est mis à disposition selon les termes de la licence Creative Commons Attribution - Pas d'Utilisation Commerciale - Pas de Modification 4.0 International. 5629 Inevitabile il rinvio agli studi di E. Raimondi, Le pietre del sogno, Bologna, Il Mulino, 1985. La presenza stessa del desiderio, sinonimo, come si è visto, di « pena », è, perciò, ragione insopprimibile di sofferenza, ed è incancellabile, giacché congiunta a ogni momento dell’esistenza. 29 moti per lossa mi serpeano, oh come, 30 mille nellalma instabili, confusi, 31 pensieri si volgean! 336 Il lemma compare, senza richiami diretti alla sensibilità soggettiva messa in gioco nel Primo amore, due volte in Sopra il monumento di Dante ; una volta ciascuna nelle Nozze della sorella Paolina e in Alla primavera. 20 maffaticavi in su le piume il fianco. Tuttavia, all’opposto, il «foco» d’amore è anche «foco intaminato e puro », che «spira» nel pensiero grazie a quella trasfigurata «bella imago». Il primo amore_Giacomo Leopardi IL PRIMO AMORE Tornami a mente il dì che la battaglia D'amor sentii la prima volta, e dissi: Oimè, se quest'è amor, com'ei travaglia! Come scriverà rivolgendosi alla « donna che non c’è » in Alla sua donna. 1 Tornami a mente il dí che la battaglia. scritta nel l829. A una prima lettura
La
Il titolo originario del componimento (Elegia I) si muta, fin dall’edizione del 1831, in Primo amore. 63 ad ogni voce il core, a ogni sembianza. Qui alberga il pessimismo profondo
Che gli occhi al suol tuttora intenti e fissi io mirava colei ch'a questo core / Deh quanto, in verità, vani siam nui ! Essi occupano il centro della rappresentazione e diventano, per chi li sta provando, i « padroni » assoluti dell’intera coscienza, arrivando a « incorporarsi » con la mente stessa e a invadere implacabilmente gli spazi indifesi del sonno e del sogno. Allorché commenta Alla sua donna, l’autore stesso ne indica il contenuto principale nella contemplazione di « una di quelle immagini, uno di quei fantasmi di bellezza e di virtù celeste e ineffabile, che ci occorrono spesso alla fantasia, nel sonno e nella veglia, quando siamo poco più che fanciulli, e poi qualche rara volta nel sonno, o in una quasi alienazione di mente, quando siamo giovani. Italies, Revue d’études italiennes, Université de Provence, n°3, Femmes italiennes, 1999. 18 tutto queto parea nellemisfero: 19 tu inquieto, e felice e miserando. Maggiori informazioni sull'abbonamento a Scribd. 2 damor sentii la prima volta, e dissi: 3 oimè, se questè amor, comei travaglia! 15 sgg. 50 il dubitoso orecchio, e un gel mi prese. 34 E mentre io taccio, e mentre io non contendo, 35 che dicevi, o mio cor, che si partia. Abrams, Lo specchio e la lampada, Bologna, Il Mulino, 1976. Questo è il periodo per Leopardi dell’ incontro con la grande verità e con le prime iniziazioni (all’amicizia e soprattutto all’amore). 84 alla guardia seder del mio dolore. Logra así L. conjugar continuidad y discontinuidad en un claroscuro cuya clave reside en los matices, es decir, en el modo de expresar y padecer la pasión: trágico para la poetisa griega que corta abruptamente el hilo de su ‘ingenio’ al descubrir el misterio de la infelicidad; melancólico para el moderno lírico que funda en ella -amour de loin y dolorosa introspección- su nueva vena ‘sentimental’ ». 13Dal verso 4 comincia l’esposizione analitica di quell’espe-rienza : Che gli occhi al suol tuttora intenti e fissiIo mirava colei ch’a questo corePrimiera il varco ed innocente aprissi. Si veda ancora : « il guardare o pensare ad altro aspetto [.....] mi par che m’intorbidi e imbruttisca la vaghezza dell’idea che ho in mente, di maniera che lo schivo a tutto potere » (p.15) e, perentoriamente, « io non posso vedere bellezze umane reali » (p. 16). Che gli occhi al suol tuttora intenti e fissi, che angoscia era la tua fra quel pensiero, gli occhi al sonno chiudea, come per febre, sorgea la dolce imago, e gli occhi chiusi. Il tema del canto è, dunque, la ricostruzione di un avvenimento rivissuto nel ricordo (Tornami a mente) ; esso ripete e rinnova la prima volta di un soggetto di fronte al mistero di un sentimento ambiguo, che produce stati diversi e che si fissa nell’immagine di un corpo-fantasma: quello della donna desiderata, che rivive attraverso pezzi della sua identità (la voce, l’immagine « pinta » nel cuore). 21 ad ogni or fortemente palpitando. 72 queta il silenzio, o il verdeggiar del prato. Una poesia sulla distanza. 49 Quante volte plebea voce percosse. Giacomo Leopardi nasce il 29 giugno 1798, a Recanati, piccolo centro dello Stato Pontificio, dal conte Monaldo Leopardi e da Adelaide dei marchesi Antici. Il rapporto che si stabilisce tra i due testi è, come si diceva, di continuità, di somiglianza, ma anche di differenza. , p. 12). 8 Perché seco dovea sí dolce affetto. Il primo amore Giacomo Leopardi. Questo scarto implica la persistenza di stati d’animo torbidi, incerti, irrequieti, sotto il segno della « smania » e dell’« angoscia ». 27Demolita questa suprema illusione, sopravviverà solo l’infinita vanità del tutto. ventenne sperimenta la dimensione filosofica della poesia: questi versi
29 giugno 1798, Recanati. Lombardi, Milano, Rizzoli, 1998, pp. la voce, chaltro il cielo, ahi, mi togliea. Basta in tal senso l’inizio, con la precisa indicazione della dimensione memoriale in cui è inscritta l’intera rappresentazione : Tornami a mente il dì che la battagliad’amor sentii la prima volta e dissi:Oimé, se quest’è amor com’ei travaglia. Solo di questo piacere tutto interiore, consegnato alla custodia dell’immaginazione, Leopardi può appagarsi. Non il piacere degli astri o della natura, né quello dello studioa : diventati tutti « vani », anche quelli al cui confronto tutti gli altri erano sembrati « vani ». 4 Che gli occhi al suol tuttora intenti e fissi, 5 io mirava colei ch’a questo core 6 primiera il […] rivolge a lei: egli dialoga con il proprio cuore, cioè con se stesso. Follow. La partenza della donna è descritta nella sua fisicità più inoppugnabile, attraverso la percezione puntuale di ciò che sta avvenendo. Il lemma compare, senza richiami diretti alla sensibilità soggettiva messa in gioco nel. 81 Deh quanto, in verità, vani siam nui! y dolorosa introspección- su nueva vena ‘sentimental’ ». L’amarezza e la malinconia (i concetti che si accampano isolati, in forma di aggettivo e di avverbio, nel primo emistichio dei versi 61 e 66) diventano gli emblemi verbali di questo cammino interiore. X Il primo amore. 314 F. Gavazzeni (op. Nel tempo giovanil, quando ancor lungo. Perchè seco dovea sì dolce affetto Représentations de l’anti-Risorgimento de 1815 à nos jours, Les mouvements migratoires entre réalité et représentation, Poeti d'oggi/Poètes italiens d'aujourd'hui, Variation autour des idées de patrie, Etat, nation, Italie et Etats-Unis - Interférences culturelles, Voyager à la découverte de l'identité et/ou de l'altérité, Portail de ressources électroniques en sciences humaines et sociales, « Quell’altro mondo che era il mondo ». La donna conosciuta e ammirata è diventata unicamente « idea » e « immagine », « spirante e visibilissima », ma « che ho nella mente », e la cui purità può essere solo contaminata dalla vista delle cose reali21. Proprio nella definizione del Primo amore l’Io acquista una centralità nuova, marcata in modo esplicito dalla ricorrenza impressionante e inedita della parola « cor » : mai usata prima, nel lessico dell’opera, con la medesima frequenza e inflessione6, e pari solo all’uso che Leopardi ne farà anni dopo nel Consalvo, o in un altro nevralgico componimento di passaggio come Il risorgimento7. Sul rapporto che unisce e divide i due testi cfr. petto, / charsi di foco intaminato e puro). ... ove il tempo mio primo. In qualche modo, ridotta ad allucinazione e a pura ombra, essa è una variante dell’impossibilità di raggiungere compiutamente il piacere inseguito, qualunque sia l’aspetto in cui possa materializzarsi. 6134 Operette morali, a cura di C. Galimberti, Napoli, Guida, 1988, p. 219. Anche da questo punto di vista il Primo amore guarda ai componimenti successivi. Essi reintroducono alle sensazioni che vengono dall’esterno e le annotano puntigliosamente, come segni della cronaca che sta scompigliando il soliloquio dell’anima. 25-33 : apparizione nel sonno della « dolce imago » ;vv. 6033 « Nè gli occhi ai noti studi io rivolgea, / E quelli m’apparian vani per cui / Vano ogni altro desir creduto avea. 101 spira nel pensier mio la
47 di quelle labbra uscir, chultima fosse; 48 la voce, chaltro il cielo, ahi, mi togliea. Il canto della scoperta e, insieme, della perdita dell’oggetto desiderato introduce a una dialettica destinata a diventare permanente e a imporsi come una di quelle leggi definitive, idonee a fondare « la scienza dell’animo umano » : una « scienza » che, per poter diventare vigente, deve saper rapportare « gl’infiniti fenomeni che sembrano anomalie [...] a principi universali o poco lontani da essi »5. Leopardi
G.L.. , a cura di W. Binni ed E. Ghidetti, I vol., Firenze, Sansoni, 1993, p. 57). L’inquietudine che egli prova si trasforma in ansia senza centro : « desiderio – chiarisce il poeta – non sapeva né so di che, né anche fra le cose possibili vedo niente che mi possa appagare »20. Se un mezzo è concesso per controllare le proprie inquietudini, questo non sarà che la scrittura22. , edizione bilingue e commento a cura di M. de las Nieves Muñiz Muñiz, Madrid, Càtedra 1998, p. 206). I genitori erano cugini fra di loro. Tornami a mente il dì che la battaglia D’amor sentii la prima volta, e dissi: Oimè, se quest’è amor, com’ei travaglia! felice e miserando). 40 Senza sonno io giacea sul dí novello. Lo scenario che si apre è, ora, il mondo « fantastico » del sogno e dell’interiorità: quell’universo notturno di ansia e di smarrimenti a cui aveva insegnato a guardare l’antropologia alfieriana e foscoliana29. cit., p. 22) scrive che Il Primo amore « è adibita a fare da cuscinetto » « tra le esperienze omogenee e in sé concluse della stagione delle canzoni e quella degli idilli ». 91 E quel di non aver goduto appieno. 5831 « Per lo più noi riconosciamo alla sola voce, anche senza vederle, le persone da noi conosciute, per molteplici che siano le nostre conoscenze, per minima che sia la diversità di tale o tal altra voce da un’altra; per pochissimo che noi abbiamo praticata quella tal persona, o praticatala pure una sola volta » (Zibaldone, cit., p. 2564). 32 dantica selva zefiro scorrendo. 10 e non sereno, e non intero e schietto, 11 anzi pien di travaglio e di lamento. Per il poeta recanatese, infatti, l’amore è la più potente delle speranze (o illusioni) dell’animo umano. 34-60 : descrizione della partenza della donna ;vv. 52. È stato abolito ciascun «a piacera » che non coincida con quello d’amore. 14 giugno 1837, Napoli. 19Né il sonno, unico modo per tacitare l’energia del desiderio28, interviene a dar tregua. 3912 Sul confronto tra i due testi scrive M. de las Nieves Muñiz Muñiz (op.cit., p. 205) : « Si bien desde el título mismo, alusivo a una íntima experiencia autobiográfica del poeta, se marca la fractura entre este ‘primer’ canto de amor y el ‘ùltimo’ canto dirigido a la naturaleza por la antigua Safo, el salto queda hábilmente atenuado por la común temática (la desdicha amorosa en un sujeto ‘nacido para el llanto’) y el recurso en ambos casos a la primera persona.